Ebner tra Bundesliga e l'azzurro: "Nazionale sempre una grande emozione"

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Quarto posto in LIQUI MOLY Bundesliga, qualificazione alla Final4 della Coppa di Germania. E tutto al primo anno con la maglia dell’Hannover. Quella di Domenico Ebner, portiere della Nazionale italiana, è una eccezionale escalation passata per la vittoria della 2^ lega tre stagioni fa con il Bietigheim, all’approdo in una delle più ambiziose realtà della Pallamano tedesca.

“Non potevamo immaginare una stagione così positiva”, dice Ebner. “È vero, guardando il potenziale della squadra avrei potuto ipotizzare dei buoni risultati, ma non fino a questo punto. Spero che al termine del campionato potremo guardarci indietro e parlare di un grande successo, ma sappiamo che è ancora molto lunga. Un obiettivo? Qualificarsi per le Coppe Europee è sicuramente primario per noi”. 

Al primo campionato di vertice in Bundesliga, Ebner ha saputo ritagliarsi uno spazio importante nell’alternanza con il collega di reparto Urban Lesjak, estremo difensore sloveno. “In verità non sono ancora soddisfatto del mio rendimento (para con il 28% ndr). So che posso fare di più e devo riuscirci. Voglio chiudere questo campionato con una percentuale superire al 30%”. 

Non solo Lesjak, perché approdare all’Hannover è significato potersi misurare ogni giorno con giocatori del calibro di Olsen, Kastening o Böhm. “È una fantastica sensazione potersi allenare quotidianamente con giocatori di questo calibro”, prosegue il portiere azzurro. “Confrontarmi con un alto livello in allenamento mi permette di migliorare giorno dopo giorno e imparare molto da questi giocatori. Sono felice di giocare con loro”. 

Di prim’ordine anche la guida tecnica, affidata a quel Carlos Ortega bronzo – da giocatore – alle Olimpiadi di Sidney 2000 e tecnico di Veszprém e Copenaghen prima dell’esperienza in Bundesliga. “Non è solo stato un giocatore straordinario – dice Ebner –, ma è anche un grande allenatore. Analizza ogni dettaglio, conosce alla perfezione gli avversari e poi, cosa importante a mio avviso, ha portato in Bundesliga una diversa visione della Pallamano dettata dalla sua nazionalità e dalla provenienza dalla scuola spagnola, sicuramente diversa da quella tedesca”.

Gennaio 2017, debutto con la maglia della Nazionale italiana e in breve tempo la consacrazione. “Il mio sogno è di raggiungere un grande evento, Mondiali o Europei, con la maglia dell’Italia. Ma credo anche che competere a buon livello nelle qualificazioni possa aiutare a diffondere questo sport e anche questo penso sia molto importante. È una grande emozione per me giocare in maglia azzurra, davvero. Non vedo l’ora di poter ritrovare i miei compagni. Adoro lo spirito italiano, la cordialità e l’allegria tipica dell’Italia. È un tratto caratteriale che io adoro nelle persone. E poi l’inno nazionale è sempre una sensazione incredibile, pelle d’oca allo stato puro”. 

Due anni dopo l’esordio, nel gennaio scorso a Benevento, però, le qualificazioni ai Mondiali 2021 non sono andate com’era lecito aspettarsi. “No, è vero. Siamo rimasti molto delusi”, continua Ebner. “Non è stato il nostro week-end. Purtroppo è andato tutto storto, dalle prestazioni in campo ai problemi fisici che ci hanno condizionati. Mi dispiace per i nostri tifosi, ma non dobbiamo abbatterci e dobbiamo continuare a lavorare per risultati migliori in futuro, a partire dalle prossime qualificazioni europee”. 

Domanda a bruciapelo: chi vince la Bundesliga? “Penso il Kiel. Sono la squadra meglio costruita”. Ed Ebner cosa farà in estate? “Ho ancora un anno di contratto qui ad Hannover. Sto parlando con il club sul mio futuro, ma sto benissimo e quindi posso già immaginare di restare qui a lungo”. 

Sono tanti i giovani italiani che guardano a Ebner come un idolo, un modello da seguire. “Questo mi rende davvero felice. Tre consigli? Divertirsi innanzitutto. La Pallamano deve essere divertimento e questo è un fattore imprescindibile per riuscire a fare bene. Poi l’ambizione, intesa come cercare sempre di fare il proprio meglio, non scoraggiarsi davanti alle sconfitte e restare sempre concentrati sui propri obiettivi. E infine il lavoro di squadra, perché da soli non si va lontani. Il resto verrà da sé”.