C'è che dice no... a prescindere

  • Dal Presidente Loria
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Io penso che viviamo un’epoca difficile, dove la falsità nel presentare fatti e situazioni ormai rappresenti la regola, non come normalmente, un'eccezione strumentale dovuta a motivazioni contingenti, come potrebbe essere per esempio una campagna elettorale. Il principio di base è abbinare immagini negative a una o più frasi ad effetto, altrettanto negative, in modo da coprire i contenuti, che pure vengono correttamente riportati, nella convinzione che il destinatario di questa tecnica di comunicazione-delazione, non avrà il tempo, forse la curiosità di approfondire i contenuti sottostanti, almeno la maggioranza, non tutti, ma quanto basta per spargere discredito, avvelenare i pozzi e sfasciare tutto.

Chi agisce in questo modo è palesemente in cattiva fede, in qualsiasi campo si cimenti, mistifica volontariamente e scientificamente la realtà, ha l’unico obiettivo di distorcere la percezione dei fatti e di presentare gli atti in maniera fasulla. Si alimenta di negatività, di cui fa una ragione di esistenza, non c’è analisi, approfondimento dei temi, confronto. Anzi, sono rigorosamente da evitare, perché sicuramente risulterebbero pericolosi rispetto all’obiettivo di fondo: denigrare, demonizzare, destabilizzare.

Inseguire questa forma putrida di comunicare è chiaramente perdente, perché non è possibile confutarla con le analisi, sicuramente più noiose e meno immediate di slogan dal contenuto secco, spicciolo, evocativo. Superare tali slogan con ragionamenti tecnico-scientifici, ancora peggio, perché l’efficacia negativa della frase ad effetto soddisfa di più e con maggiore immediatezza il pubblico obiettivo di questa comunicazione falsa. Fa molto effetto, è trendy in poche parole, dire che tutto è uno schifo, che tutto va male e che coloro che occupano determinate posizioni sono incompetenti, incapaci, o peggio ancora disonesti, corrotti. Chi usa questi metodi è convinto che il pubblico a cui si rivolge ha questa rabbiosa aspettativa che si nutre di negatività e falsità.

Io, invece, penso che coloro che hanno veramente a cuore qualcosa si aspettano altro. Vorrebbero sapere ed approfondire, partecipare, magari criticare quando non sono d’accordo, ma sempre dopo aver analizzato i fatti e gli atti di cui si parla. Chi vive quotidianamente le problematica di un certo contesto ha bisogno di una comunicazione lineare, magari anche fredda, non di una comunicazione-delazione superficiale, ambigua e da sciacalli.

Sono abituato a vedere la parte piena del bicchiere, non per ignorare o nascondere problemi e criticità, ma perché penso fermamente che dalla positività dei pensieri e degli atti scaturiscano i risultati positivi, la negatività porta la sconfitta, così come l’inattività impoverisce e l’attività contro a prescindere disgrega. Penso che per crescere sia fondamentale investire risorse finanziarie e lavoro quotidiano. Mi hanno insegnato che i ritorni degli investimenti si valutano in tempi congrui. Continuerò a pensarla in questo modo, nonostante gli slogan, i titoli ad effetto, le falsità e gli avvelenatori dei pozzi.

Pasquale Loria
Presidente FIGH