I giovani ucraini Kateryna, Mykyta e Oleg accolti ne «La Casa della Pallamano» di Chieti

  • Pallamano Nazionale, Seria A2 Maschile
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Kateryna, Mykyta e Oleg, assieme all’allenatrice Anastasia Zemliana, sono arrivati a Chieti domenica scorsa. I ragazzi, tutti giocatori di pallamano, hanno 16 anni. Sono fuggiti da Vyshgorod, città dell’Ucraina situata circa 20 chilometri più a nord della capitale Kiev. Un viaggio lungo più di 2.300 chilometri per fuggire dagli orrori della guerra e giungere fino a «La Casa della Pallamano», il centro tecnico federale situato nella città abruzzese. Accolti dal team manager delle Nazionali azzurre, Silvano Seca, i tre giocatori e Anastasia saranno ospitati all’interno del CX Chieti Student Place, la stessa struttura alberghiera dove vivono ogni giorno i ragazzi del Campus Italia. 

L’Abruzzo, per la verità, lo conoscevano già: avevano partecipato più volte alla Interamnia World Cup a Teramo, compresa l’edizione del 2018 che avevano vinto al femminile e chiuso in seconda posizione coi ragazzi. “Mio padre Eugene Nikolayevich Zemlyan, un allenatore molto conosciuto in Ucraina, ha chiesto aiuto a Fabrizio Quaranta (rappresentante FIGH della Conferenza delle Regioni ndr)", racconta Anastasia Zemliana, allenatrice di 28 anni che già nel 2014 era stata costretta a fuggire da Lugansk. "Lui è molto conosciuto per l’impegno con le giovani generazioni e proprio da lui abbiamo saputo della possibilità di essere ospitati in Italia”.

“Il rapporto con Eugene Nikolayevich, il padre di Anastasia, era radicato già negli anni – racconta Fabrizio Quarantaperché da allenatore aveva già portato la sua squadra a Teramo per partecipare all’Interamnia. Quando ci hanno chiesto aiuto, ci siamo attivati per fare il possibile. Ringrazio il Presidente federale, Pasquale Loria, per avere confermato la disponibilità da parte della FIGH. I ragazzi sono in continuo contatto con i loro genitori e con le loro famiglie che, purtroppo, non sono riuscite a fuggire e al momento sono in Ucraina. Qui stiamo chiaramente cercando di fare il possibile, di trovare tramite la pallamano un po’ di distrazione. Sono tutti giovanissimi, gli atleti hanno appena 16 anni: a loro auguro con il cuore di riuscire a tornare nella loro terra”.

Una volta acquisire tutte le certificazioni mediche, Kateryna, Mykyta e Oleg potranno allenarsi all’interno de «La Casa della Pallamano»: i ragazzi con i coetanei della squadra federale Campus Italia, mentre Kateryna lo farà con le atlete della formazione locale della Pallamano Chieti. “Naturalmente ciò che possiamo fare non sarà mai abbastanza vista la situazione da cui queste persone fuggono – dice Silvano Seca, team manager delle Nazionali azzurre –, ma stiamo cercando di ridare a questi ragazzi così giovani un barlume di normalità attraverso la pallamano, gli allenamenti, lo stare assieme ai nostri atleti. Siamo felici di farlo e siamo lieti che, in questo senso, «La Casa della Pallamano» possa diventare luogo di accoglienza e di unione”. 

“Non ci aspettavamo lo scoppio di una situazione così terribile come la guerra”, racconta ancora Anastasia, che, oltre alla pallamano, si occupa anche di arte, dagli spettacoli col fuoco al ballo. “In Ucraina la situazione è difficile e molto pericolosa, soprattutto nella regione di Kiev dalla quale proveniamo. Non sapevamo cosa fare: abbiamo solo pregato di sopravvivere. I ragazzi che sono scappati qui a Chieti erano rimasti nelle zone di conflitto, ma molti giovani di talento, che in questo momento si trovano in altre città, sarebbero felici di unirsi a noi e di vivere in un luogo tranquillo e sicuro”. 

La rete della solidarietà, che anche nella pallamano sta dimostrando di non avere confini, è arrivata fino a Chieti. “La Federazione ci ha dato ospitalità, mostrato la città, fornito tutta l’assistenza necessaria. Siamo davvero molto grati. Ora stiamo cercando di ambientarci, ma non ci fermiamo. Siamo molto contenti dell’accoglienza ricevuta da Kateryna, Mykyta e Oleg nelle squadre e coi loro coetanei. È difficile per chiunque abituarsi in un’altra nazione, ma fortunatamente l’accoglienza è stata fantastica e questo è molto positivo”. L’ultimo allenamento risale a oltre un mese fa e, nonostante tutto, la voglia di pallamano è ancora grande: “Tutti e tre vogliono allenarsi e migliorare. Sognano di diventare giocatori professionisti. Siamo grati alla Federazione italiana perché in questo momento sta contribuendo al loro sogno e siamo ugualmente grati a tutti coloro i quali ci stanno aiutando nel non sentirci estranei in un altro paese”.