È stata un’estate talmente movimentata, quella della Serie A Beretta, che si fa obiettivamente fatica a trovare il colpo di mercato per eccellenza, il nome da mettere in cima agli altri. Certo è che che tra le regine dei mesi più caldi dell’anno c’è stata Bressanone. La società altoatesine, nella stagione del suo cinquantennale, ha voluto fare le cose in grande: ai confermati Davor Cutura, ancora allenatore-giocatore, e al portiere Valerio Sampaolo, infatti, ha affiancato i nuovi innesti del bosniaco Arnad Hamzic, di Stefano Arcieri, Marco Fantinato e del centrale Ardian Iballi. Classe 1994, il centrale di origini kosovare ma con tanti minuti già accumulati in maglia azzurre, in Alto Adige ha trovato una realtà ambiziosa, ha riabbracciato il fratello Endrit e insegue il sogno dello Scudetto in una realtà dove il tricolore manca dal 1992.
“Mi sono trovato subito bene qui – confessa Iballi, ospite della settimana per il podcast Handball Talk – e questa cosa mi ha sorpreso un po’ perché rispetto alle precedenti squadre dov’ero stato (Conversano e Cassano Magnago ndr) le abitudini della città sono molto differenti. Per questo sono contento in primis da un punto di vista personale. Per ciò che riguarda il campo, qui ci sono voglia e fiducia per fare qualcosa di importante. Si respira una bella atmosfera, ma sappiamo bene di non essere gli unici in lista. Per questo sarà fondamentale quanto prima trovare il feeling tra noi: oltre a me, siamo in tanti ad essere arrivati quest’anno e stiamo ancora trovando i giusti equilibri”.
Otto punti in classifica e terzo posto per Bressanone, capace di fermare tra le mura amiche i campioni d’Italia del Conversano, ma anche di cadere fragorosamente nel turno successivo sul campo di Trieste. “Che squadra siamo delle due? Bella domanda. Ma è proprio ciò che dicevo: dobbiamo ancora trovare le intese ottimali. Il campionato ci ha già detto che possiamo offrire prestazioni eccezionali o anche bruttissime. L’aspetto più delicato, quando si rinnova profondamente un roster, è proprio quello di trovare il filo da seguire per raggiungere la continuità di prestazioni. Su questo il mister sta lavorando tanto con ciascuno di noi”.
Primo anno sotto la guida di Davor Cutura, per Ardian Iballi. E primo anno sotto la guida di un allenatore-giocatore. “Inizialmente non sapevo cosa aspettarmi, però ho subito notato – dice il centrale dei brissinesi – che quando ti chiede di fare qualcosa, in campo o in allenamento, è anche il primo a farti vedere quel movimento, quella scelta. Sono consapevole di quanto sia difficile giocare e allenare allo stesso tempo, perché subentrano fattori come la gestione della squadra che sono complessi da condurre. La pallamano di Cutura mi piace. Cerca di far sì che ogni giocatore possa risultare coinvolto e pericoloso allo stesso tempo. Mi trovo bene”.
La Serie A Beretta ha fin qui detto: Junior Fasano. I pugliesi guidano la classifica, davanti anche ai campioni d’Italia del Conversano e alla corazzata Raimond Sassari. La stagione però è appena cominciata. “Conversano a mio avviso parte ancora favorita – prosegue Iballi – perché campione in carica e perché ha condotto una campagna di rafforzamento che permette loro di avere due giocatori per ruolo. Questo vuol dire grande intensità e concorrenza anche in allenamento: sono aspetti che poi si riflettono positivamente sulla partita. Fasano? Me li aspettavo da subito così competitivi. Lo scorso anno avevano disputato un ottimo campionato. Sono una squadra in cui tanti giocatori si conoscono da tempo e che si è rinforzata nei punti giusti. A gennaio lo faranno ulteriormente (con il rientro di Gabriel De Santis ndr) e quindi a mio avviso diranno la loro per tutto il torneo”.
L’Alto Adige ha riavvicinato i fratelli Ardian ed Endrit Iballi. “Sono venuto a Bressanone anche per ritrovare una parte della mia famiglia”, conclude il centrale. “La prima volta che abbiamo giocato insieme a Conversano eravamo un po’ imbarazzati da questa situazione (ride ndr), mentre ora, forse anche perché siamo cresciuti, è tutto più semplice. Il nostro rapporto è molto bello. Quando hai bisogno di un consiglio o di un confronto, è bello poterlo avere con tuo fratello. E poi lui è uno specialista difensivo, per cui in allenamento scherziamo molto l’uno contro l’altro”. In campionato invece sono assieme, Ardian ed Endrit, uniti nella rincorsa agli obiettivi di Bressanone.
(foto: Claudio Atzori)
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