Tra tante novità, equilibri ancora da trovare e ambizioni rinnovate, la Serie A Beretta ha anche delle certezze. Una di queste ha un nome e un cognome: Dean Turkovic. Il 34enne terzino del Bolzano ha aperto il suo personale campionato con 33 reti, piazzandosi subito ai vertici della classifica marcatori e dando prova, ancora una volta, del proprio peso specifico negli equilibri della squadra allenata dall’amico Mario Sporcic.
Con un inizio di campionato altalenante – in attesa della decisione del giudice sportivo sulla omologazione del match di sabato contro Merano – gli altoatesini stanno vivendo il tipico avvio di una squadra che ha cambiato tanto. Sei giocatori usciti dal roster (Sporcic e Pircher per ritiro, Marino, Greganic, Skatar e Venturi) e cinque new entry (Mizzoni, Ladakis, Pasini, Mathà e Gligic). “Sono andati via giocatori importanti e non facili da sostituire. Basta pensare ai gol che un terzino come Skatar è in grado di garantire, ad esempio”, dice Turkovic. “Però stiamo riuscendo ad organizzare il nostro gioco col passare delle giornate. Le prime cinque partite ci hanno dimostrato che non ci sarannno sfide facili per Bolzano quest’anno. In casa abbiamo fatto la nostra parte, mentre fuori potevamo raccogliere forse qualcosa in più. Penso alla trasferta di Cassano Magnago, ma anche a quella contro Appiano dove siamo finiti sotto di dieci gol dopo mezz’ora e in qualche modo siamo poi riusciti a recuperare”.
Dopo 14 titoli in otto anni, tra il 2012 e il 2020, nella scorsa stagione non sono arrivati trofei. Ora Bolzano è alle prese con un’annata di ristrutturazione e novità. “La società non ci ha imposto obiettivi rigidi. Procediamo partita per partita. Pensiamo di poter battere chiunque – commenta ancora il terzino originario di Pola – ma sappiamo anche di poter perdere con qualunque avversaria se non ci esprimeremo al meglio. Sarebbe fantastico replicare il rendimento dello scorso anno (4° posto ndr), ma non sarà per niente semplice. Arrivare tra le prime quattro sarà durissima”.
Il discorso scivola su quelle prime posizioni, le sole in grado di assicurare un posto ai play-off e in semifinale. “Vedo Conversano, Sassari e Bressanone più avanti delle altre, maggiormente attrezzate per giocarsi lo Scudetto. Le altre – continua Turkovic – sono livellate tra loro e tutte accreditate per arrivare quarte, ma anche per rientrare in Coppa Italia. Anche lì nulla è scontato: bisogna arrivare tra le prime otto e non è una cosa ovvia, soprattutto in un campionato così equilibrato e in cui tante squadre possono inserirsi nella lotta per la Final8”.
I play-off sono un territorio che Dean, cinque volte tricolore e quattro volte miglior giocatore italiano (2015, 2016, 2017 e 2018), conosce piuttosto bene. “Lo scorso anno Conversano ha vinto con merito, dominando la stagione. Quest’anno però, con due o tre partite secche in cui ti giochi tutto a fine anno, le cose cambiano e può capitare di perdere in poco tempo il buono di un’intera stagione. In generale credo che tanti potranno perdere punti per strada: sia le tre squadre che vedo favorite per lo Scudetto, sia chi lotta subito dietro”.
La chiacchierata si allarga all’Europa e, gioco di parole incluso, alla European Cup che ha visto nel fine settimana scorso Conversano nel maschile e Salerno nel femminile accedere al terzo turno. “È una cosa estremamente positiva per tutto il movimento. Anzi, ritengo un peccato che troppe squadre negli anni scorsi abbiano scelto di rinunciare, perché per i giocatori è un banco di prova e di crescita molto importante. La Nazionale ha già fatto vedere che l’Italia può dire la sua in campo internazionale. Ora anche le società, che per tanti anni non ci sono riuscite, stanno dimostrando di poter competere con scuole di pallamano importanti. Prendo ad esempio Conversano: battere una squadra bosniaca non è scontato e fa bene a tutto il movimento italiano”.
Guarda al futuro della maglia azzurra anche il progetto Campus Italia. “La bontà di questa iniziativa è innegabile. È una strada che hanno percorso anche altre nazioni – dice Turkovic – ed è quella giusta. È importante che ci siano ragazzi decisi a mettere la pallamano al primo posto e che, con questa loro scelta, possano tracciare la strada per le generazioni successive e anche per i loro coetanei che in questo momento non si trovano a Chieti, ma che possono aspirare alla Nazionale. Allenarsi ogni giorno, con allenatori di ottimo livello, sarà decisivo per la loro crescita”. Tra i tecnici, accanto a Riccardo Trillini, anche l’amico e compagno di Nazionale, Pasquale Maione. “Del Maio giocatore non dobbiamo dire nulla. Come allenatore lo vedo molto bene perché so quanto impegno e studio mette nel suo lavoro. Conoscendo il suo modo di ragionare, che si vedeva già in campo quando giocava, sono certo che sarà un tecnico eccellente”.
C’era Turkovic e c’era Maione nelle mille battaglie tra Bolzano e Junior Fasano che hanno animato l’ultimo decennio della pallamano italiana. Sabato, seppure con interpreti diversi, il campionato ripropone una sfida sempre affascinante. “Non è più la Fasano-Bolzano di una volta, però (ride ndr). Tranne me, Vito Fovio e Flavio Messina, credo siano davvero pochi i giocatori rimasti che avevano disputato quelle partite. Loro hanno cambiato tanto in estate, ma stanno facendo molto bene. Ad Appiano hanno pareggiato e questo ci dice che anche noi possiamo ambire a fare risultato. Sappiamo che Fasano è un campo sempre molto caldo, soprattutto ora con il pubblico. Ma su questo il mio parere è sempre lo stesso: che tifi per me o no, amo giocare in un palasport con tanti spettatori e quindi sono sempre felice di giocare a Fasano”.
(foto: Paolo Savio)