Domenica scorsa si è conclusa a Varna, in Bulgaria, l’esperienza delle Nazionali di beach handball agli EHF EURO. Uomini al decimo posto, donne in 13esima posizione. Questi gli esiti in termini di ranking delle due selezioni azzurre, ma, come sottolinea il Presidente federale, Pasquale Loria, sono molteplici gli elementi col segno più sui quali soffermare l’attenzione nel tracciare un bilancio dell’esperienza in terra bulgara.
“Il risultato – spiega il Presidente FIGH – non va letto solamente attraverso il numero della posizione. Certo, siamo lontani dal vertice europeo, ma dobbiamo tenere conto anche di più fattori: della prestazione offerta sul campo, degli incroci derivanti dal calendario, del gioco espresso. Questi sono parametri che a mio avviso ci parlano di un’esperienza da giudicare complessivamente in positivo”.
L’Italia maschile allenata da Vincenzo Malatino – con lui Pasquale Maione e il team manager Pierluigi Di Marcello – ha ottenuto il decimo posto con quattro vittorie in nove partite. Alcune peraltro di peso, come quella contro la Germania. “I ragazzi sono una squadra ancora in formazione – sottolinea Loria – e hanno avuto un rendimento in crescita durante tutto il torneo, tanto è vero che, una volta chiusa la fase a gironi fuori dal main round, sono risaliti fino alla sfida per il 9°-10° posto e peraltro evidenziando un trend positivo. È chiaro che non siamo ancora competitivi al 100%, però possiamo avere l’aspettativa di diventarlo in tempi brevi. Del resto nei tornei di beach handball la formula fa sì che la vera distinzione in termini di risultato si palesi arrivando o no ai quarti di finale, tra le prime otto del torneo. Per questo la distanza vista in Bulgaria deve farci pensare che siamo nella posizione di ambire a certi risultati”.
Un girone complicato, con Norvegia, Spagna e Croazia, ha condizionato il cammino dell’Italia femminile, superata due volte agli shoot-out nella fase preliminare e poi comunque in grado di trarre il migliore risultato possibile dopo l’esclusione dal main round. Era il primo torneo ufficiale sotto la guida tecnica di Daniel Lara Cobos, affiancato dal preparatore Manuel Ortega Becerra e dal team manager Cristina Lenardon. “Se per i ragazzi è stato poi possibile recuperare – dice il numero uno della Federhandball –, per l’Italia femminile dopo il quarto posto nel girone non era possibile andare oltre la 13esima posizione. E così è stato, mettendo anche qui in evidenza un trend in crescita durante il torneo: chi ha visto le partite, ha visto miglioramenti match dopo match, sprecando probabilmente troppo nel girone, soprattutto contro la Croazia, ma comunque poi mostrando dei progressi”.
“Insomma – prosegue ancora il Presidente – il primo concetto è che non è stata una prestazione entusiasmante, ma nel complesso possiamo definirla soddisfacente. Abbiamo presentato due squadre in grado di giocare alla pari con tutte le avversarie e questo rappresenta una indubbia base di partenza per il futuro”.
Un lavoro, quello di domani, che deve fare di necessità virtù concentrando la preparazione delle Nazionali di beach handball nella fase di stagione subito successiva a quella, già di per sé intensa, dell’indoor. “Sappiamo che i tempi di lavoro sono ristretti e che gli staff richiedono periodi più lunghi e più frequenti, ma questo poco si concilia, almeno al momento, con le tempistiche della stagione indoor e con le disponibilità dei club nei mesi primaverili. È un problema con cui per ora dobbiamo convivere. L’auspicio è che si crei un movimento talmente importante, con un campionato italiano talmente partecipato, da potere creare un segmento di giocatori specializzati. Sicuramente ci arriveremo e, anzi, aggiungo che in tal senso che da quest'anno abbiamo iniziato a lavorare su un campionato nazionale strutturato coinvolgendo società e territori, i cui frutti si apprezzeranno nel corso del quadriennio. Al momento però dobbiamo fronteggiare una realtà diversa e con la quale dobbiamo misurarci con l’intento comunque di competere a buoni livelli in Europa”.
Nel frattempo la concorrenza a livello continentale è cresciuta notevolmente. “Sì, ora il beach handball è giocato da tutti: 10 o 15 anni fa non era così, mentre ora tutte le nazioni sono entrate in questo movimento, innalzando notevolmente il livello della competizione e della competitività. Questo è un altro motivo per non soffermarsi ad un’analisi superficiale della spedizione azzurra a Varna”.
“Il trend è stato crescente – conclude – come l’andamento delle prestazioni e dei risultati durante il torneo. Per questo voglio esprimere il mio apprezzamento per quanto offerto dagli atleti e per il lavoro fatto dagli staff tecnici in queste settimane. Proseguiremo così, dando continuità a questo lavoro e nell’intento di migliorare già a partire dai prossimi eventi ufficiali in cui le nostre Nazionali saranno coinvolte”.
(foto: Kolektiff Images \ EHF)