Due in un colpo solo. La Serie A Beretta, che attende mercoledì di sancire l’amaro verdetto della terza retrocessione (dopo Molteno e Fondi), si prepara già ad accogliere Secchia Rubiera e Carpi, le formazioni, entrambe emiliane, che sabato sera al Centro Tecnico FIGH di Chieti hanno ottenuto la promozione nel massimo campionato 2021/22 avendo la meglio sul duo veneto formato da Torri e Malo.
Una dietro l’altra nel Girone B della Serie A2, le compagini guidate da Luca Galluccio e Davide Serafini si sono ritrovate una contro l’altra anche nella finale di ieri mattina che ha consegnato ai rubieresi la Coppa Italia di categoria, confermando peraltro il trend già evidenziato in regular season negli scontri diretti. Anche se il clima di ieri era tutta un’altra storia, tra gioia e sorrisi da ambo le parti.
Secchia Rubiera davanti a tutte, insomma. Con un ruolino di marcia fatto di 25 vittorie in 26 partite tra prima fase e play-off. La Serie A Beretta ritrova così una piazza storica del suo movimento, capace negli anni di mettere in bacheca due edizioni della Coppa Italia (1994 e 2005), un Handball Trophy (2008) e di assaporare a più riprese il gusto delle coppe europee.
“Tante volte quest’anno abbiamo ricoperto il ruolo della squadra da battere”, rivela il tecnico Luca Galluccio. “È stato molto stimolante e personalmente è stato uno degli anni in cui mi sono divertito maggiormente nell’allenare. Siamo contentissimi, sognavamo quello che è accaduto a Chieti. Abbiamo iniziato a realizzare arrivando ieri sera a Rubiera”. Dove l’accoglienza è stata di quelle da ricordare. “Nel bar accanto al palasport, il punto di ritrovo della squadra, c’era mezzo paese, le istituzioni, i tifosi che avevano seguito le nostre partite attraverso il maxi-schermo. Tutto davvero molto bello”.
Del resto, si diceva, non si parla di una realtà qualunque nella storia della pallamano. “È vero e il risultato ottenuto è arrivato grazie a programmazione, umiltà, facendo sempre il passo lungo quanto la gamba, creando quasi un brand. In Emilia-Romagna tutti vogliono venire a giocare a Rubiera e questo, credo, grazie alla mentalità e ai valori che dicevo in precedenza”. Ora la Serie A Beretta. “Ovviamente vogliamo provare a restare nella massima serie – prosegue Galluccio – ma di sicuro la prima mossa sarà confermare tutti i ragazzi. Sappiamo che qualche innesto servirà, ci stiamo muovendo, ma sono convinto che diversi dei nostri giocatori in organico siano in grado di fare molto bene anche in Serie A e non vedo l’ora di vedere se questa mia impressione è corretta. Dovremo lottare parecchio per salvarci, questo lo sappiamo, come siamo consapevoli che il girone unico della Serie A Beretta sia qualcosa di importante e difficile con cui misurarsi”.
Quello di Carpi è stato il secondo posto più dolce della storia. Del resto la gioia era arrivata la sera prima, sabato, col gol last-second che ha spedito i carpigiani in paradiso nella semifinale contro Malo. Anche la città di Carpi, dove la pallamano è arrivata per la prima volta nel 1974, torna nell’élite del movimento dopo essersi misurata con le grandi sfide di play-off, Coppa Italia e Supercoppa tra il 2013 e il 2017.
“Siamo partiti venendo dalla Serie B – racconta il tecnico Davide Serafini – cercando di fare una squadra competitiva, ma con un occhio ai giovani, prendendo diversi ragazzi da zone limitrofe come Modena e cercando di avviare un percorso di crescita e cercando di toglierci soddisfazioni nel medio-lungo periodo. Non pretendevamo di giocare un campionato di alta classifica, pur sapendo di avere in squadra elementi di valore”. Il cammino però si è evoluto: “Giocando abbiamo visto che la squadra riusciva ad ottenere da subito buone performance, riuscendo anche a superare momenti di difficoltà che si sono presentati nel corso della stagione. Anche ai play-off eravamo arrivati con l’idea di fare esperienza, sicuramente con la voglia di fare del nostro meglio, ma anche tranquilli perché consapevoli che c’erano squadre più attrezzate”.
La prima sconfitta per mano di Torri ha cementato il gruppo capitanato da Luigi Pieracci, capace poi di battere Noci e di imporsi su Malo in semifinale. “La prima partita ci ha fatto capire che, nonostante la partenza sottotono, potevamo farcela e con Noci siamo riusciti ad esprimere davvero ciò che siamo e quello che avevamo costruito. Abbiamo affrontato la semifinale con un po’ di tensione, soprattutto in attacco, ma abbiamo tirato fuori un cuore enorme, grande voglia di vincere e credo che alla fine abbiamo meritato superando una squadra molto più attrezzata della nostra”.
La soddisfazione è ancora più bella quando inattesa. “È vero, è una gioia enorme. Ci spiazza un po’ perché non eravamo pronti, ma da subito inizieremo a pensare come affrontare la Serie A Beretta mantenendo ben chiaro il nostro obiettivo principale, ovvero continuare nella crescita dei nostri giovani e in generale del nostro progetto”.
(foto: Fabrizia Petrini)