In uno dei momenti più dolci della pallamano azzurra, con il ritorno alle fasi finali di Campionati Mondiali ed EHF EURO dopo un’attesa durata quasi 30 anni, anche la Final4 di Champions League, il più importante evento della stagione per club, si porta con sé un po’ di Italia. Nel secondo posto del Füchse Berlino, battuto oggi (domenica) in finale dal Magdeburg davanti a oltre 20mila spettatori, c’è anche il volto di Leo Prantner, ala destra 23enne originaria di Merano e primo italiano di sempre a prendere parte alla Final4 della LANXESS Arena di Colonia.
Un’emozione unica e un gradino salito con umiltà e carattere da Leo, a distanza di pochi giorni da un altro record: la prima Daikin Bundesliga vinta nella storia del Füchse, infatti, è anche la prima di un giocatore italiano. Fresco di rinnovo fino al 2029, Prantner chiude la sua prima porzione di stagione con le Volpi, dov’era approdato a gennaio dopo i Mondiali, con 21 reti tra campionato e Champions League. «Essere qui a Colonia, esserci da giocatore, è un sogno che si avvera, una di quelle cose che sogni da bambino» aveva detto in mixed zone dopo la semifinale vinta contro il Nantes sabato (34-24). «Il mio auspicio è che sempre più giocatori italiani possano raggiungere questi livelli e misurarsi coi migliori campionati del mondo».
Leo Prantner è stato il miglior realizzatore dell'Italia ai Mondiali del gennaio scorso con 37 reti in sei partite. Inoltre, coi 15 gol segnati nel marzo scorso a Jelgava contro la Lettonia, nella terza giornata delle qualificazioni agli EHF EURO 2026, ha raggiunto Zaim Kobilica nel record di marcature in un'unica partita della Nazionale.
Quanto alla finale, Magdeburg vince 32-26 e con merito conquista la quinta Champions League della propria storia. «Hanno giocato una partita eccezionale – ha ammesso Bob Hanning, amministratore delegato del Füchse e Direttore Tecnico della Nazionale italiana, intervenuto sui media tedeschi – mentre per noi non era semplice ripetere stessa intensità e stessa concentrazione ad appena una settimana dalla vittoria del campionato. Alcuni dei nostri migliori giocatori, come Andersson o Gidsel, non sono stati brillanti come al solito. Anche il blocco centrale della difesa non è riuscito a reggere e questo non ci ha permesso di alzare l’intensità della nostra partita».
(foto: EHF \ Kolektiff)