Percorso netto in appena un anno e mezzo di attività alla guida della prima squadra. Dopo aver fatto incetta di Scudetti e coppe da giocatrice del Salerno, aver sbaragliato il campo nelle categorie giovanili e fatto la giusta esperienza da secondo, Laura Avram, promossa primo allenatore della Jomi Salerno a dicembre del 2019, ha completato il suo personale triplete aggiungendo alla Coppa Italia, nel 2020 a Siena 2020, e alla Supercoppa del dicembre scorso a Chieti, lo Scudetto 2020/21 conquistato al termine di un’autentica battaglia con la Mechanic System Oderzo.
Non male per un tecnico che ama ancora definirsi giovane e in crescita. “Assolutamente – sottolinea – ho ancora tanto da imparare, da studiare. Qualcuno mi definisce una 'sgobbona' perché trascorro tante ore tra dispense, webinar e video ma a me non dà fastidio. Per me la pallamano è tutto. Era tutto da giocatrice ed è tutto da allenatrice”.
Promossa in prima squadra a metà dello scorso campionato dopo le dimissioni di Hrupec, Laura Avram non si è mai persa d’animo. “L’impatto con la sconfitta in Supercoppa a Bolzano con il Brixen Sudtirol non fu dei migliori ma è servito per prendere consapevolezza del nuovo incarico. Con il club, a cui devo tutto, abbiamo resettato, siamo ripartiti vincendo a Siena la Coppa Italia. Poi ci ha sconfitti solo il Covid”.
Quest’anno per la prima volta alla guida della prima squadra dal primo giorno di raduno. “Sì, tutto diverso ma sempre con al mio fianco società e staff. Alle ragazze ho chiesto tanto dal primo giorno e loro mi hanno ripagato. Credo che alla fine i tanti sacrifici sostenuti, le tante rinunce, i tanti 'mal di pancia', siano stati ampiamente ripagati. Quando si vince si dimenticano tutte le fatiche, si prende il buono”.
Primo Scudetto da capo allenatore della Jomi, Laura Avram ha anche qualche dedica speciale da postare. “Alla mia famiglia in Romania che non vedo ormai da due anni, al mio compagno Oreste che ha forza e pazienza per sopportarmi, alla società che è per me come una famiglia visto che sono a Salerno da più di dieci anni e mi ha sempre supportata, alle ragazze splendide che ho avuto il piacere di allenare. Se posso, poi, una menzione speciale ad una persona che non c’è più; un grande tifoso della Jomi e mio amico personale, Amatino Grisi che da lassù ha prima sofferto e poi gioito con noi”.
(foto: Isabella Gandolfi)