Ci sono città della Pallamano dove tenere l’asticella alta, dove giocare per vincere, è quasi un obbligo. Conversano è senza dubbio una di queste. Ma se per gli appassionati, per i tifosi, vedere il nome del club biancoverde in vetta alla classifica è situazione quasi normale, chi lavora dietro le quinte, Alessandro Tarafino primo fra tutti, conosce bene sforzi, fatiche, tensioni.
La sua Conversano, però, gira bene. Lo dicono i numeri: 15 vittorie in 17 partite sono un dato incontrovertibile, almeno tanto quanto il successo di sabato scorso a spese di Bressanone. “Ma i conti si fanno alla fine – avverte il tecnico – e non so dire se questo sia l’anno di Conversano. Siamo sulla strada giusta, anche se il campionato sta entrando ora nella fase cruciale. Sabato abbiamo ottenuto una vittoria importante, soprattutto se valutiamo la qualità della prestazione. Sono abituato a stare con i piedi ben saldi a terra: ogni partita è complicata e le vittorie hanno un valore considerevole. E poi i Play-Off rimetteranno tutti di nuovo in corsa”.
In due settimane sulla strada della capolista ci sarà il Cassano Magnago, prima in Serie A1 e poi in Coppa Italia. “Affronteremo le partite una per volta, come abbiamo sempre fatto. L’avversaria sarà la stessa, è vero, ma mi aspetto due partite diverse. La Coppa Italia avrà sicuramente un sapore differente perché giocata in condizioni diverse e soprattutto con la formula a eliminazione diretta”.
“La Coppa Italia è una manifestazione molto affascinante ed impegnativa e arriva in un momento della stagione dove la condizione di forma della squadra è quasi al massimo”, continua Tarafino. “Sicuramente servirà essere ben preparati fisicamente e potrà essere utile avere una rosa più ampia di giocatori a disposizione. Detto questo, il tabellone della manifestazione non ammette distrazioni o cali di tensione. Già dalla prima partita contro il Cassano Magnago ci vorrà il miglior Conversano”.
La finale Scudetto nella stagione 2017/18 aveva rilanciato Conversano tra le grandi del campionato, trend non del tutto confermato lo scorso anno. “L’anno scorso siamo passati improvvisamente da squadra rivelazione nella stagione precedente a una delle favorite, a mio avviso troppo velocemente”, prosegue il tecnico. “Avevamo una squadra completa, ma probabilmente sbilanciata, che non riusciva ad esprimere un gioco efficace. In aggiunta abbiamo dovuto affrontare, insieme alla società, problematiche che non hanno aiutato la fortificazione del gruppo. Pur avendo raggiunto la semifinale contro Pressano, alcune di queste problematiche sono riemerse, come spesso accade, nei momenti più importanti dei match e non ci hanno consentito di esprimerci al massimo”. Ancora: “Quest’anno siamo partiti con un profilo più basso, con una squadra più bilanciata e sicuramente più forte in difesa. Questo si è unito alla maturazione di alcuni giocatori-chiave, al livello del reparto portieri che si è alzato tantissimo, oltre ai nuovi innesti che si sono rivelati funzionali alla mia idea di gioco. E poi, soprattutto, si lavora quotidianamente in sintonia”.
Ad Alessandro Tarafino – 14 Scudetti da giocatore – sono legati alcuni dei successi più entusiasmanti della Pallamano italiana e di Conversano. Dal campo alla panchina, però, l’eredità raccolta era di una squadra e di una realtà tutta da ricostruire. “Il percorso fatto in questi anni è stato sicuramente di crescita tecnica da parte tutto il nucleo dei giocatori storici. Siamo partiti da zero, con giocatori locali, e una dirigenza improvvisata, ma al tempo stesso sana, spinti solo dalla grande passione”.
“Con il passare degli anni siamo riusciti ad aggiungere un tassello alla volta e di pari passo crescevano anche le ambizioni e l’organizzazione della società, fino ad arrivare alla gestione del presidente Roscino, che ci ha permesso di fare il salto definitivo verso i vertici della Pallamano italiana”.
Da Imola, città natale, alla consacrazione con Trieste, fino a Conversano, la città adottiva di Alessandro Tarafino. “Ognuno di questi posti sono nel mio cuore e hanno aggiunto qualcosa al mio bagaglio umano e tecnico: moltissime esperienze e altrettanti allenatori, compagni di squadra e dirigenti hanno contribuito alla mia crescita come uomo e come giocatore. Adesso, dopo tanti anni, credo di potermi considerare adottato da questa cittadina. Prima da giocatore e adesso da allenatore, continuo a mettere anima e corpo al servizio di questa squadra e di questa città”.
“In genere, credo si possono apprezzare non i risultati ottenuti in questi anni, ma piuttosto l’impegno e il lavoro quotidiano che ho sempre messo al primo posto come modello per riuscire ad essere sempre soddisfatti e ripagati, perché quando si è più grandi si apprezzano di più i ricordi delle esperienze vissute che le coppe o i trofei vinti”.
Il tempo dei ricordi, seppure bellissimi, finisce quando si parla di attualità e di una Serie A1 bella e combattuta. “Sicuramente l’equilibrio porta a dare sempre il meglio di sé e a prepararsi in maniera più attenta e precisa ad ogni partita, anche se credo che per alzare davvero il livello tecnico generale occorrano più società che diano la possibilità ai tecnici e ai giocatori dedicarsi esclusivamente alla Pallamano e quindi di allenarsi più volte al giorno con qualità”.
“Servono più confronti e partite di livello internazionale, non solo per le Nazionali ma anche per i club. E ovviamente – conclude Tarafino – una scuola di pallamano giovanile molto più ampia e presente su tutto il territorio e non distribuita in pochissime realtà”.
(foto: Vanni Caputo)