La semifinale e il quarto posto raggiunti ai Campionati Mediterranei, ma anche la mente già rivolta alle qualificazioni europee del prossimo autunno. L’Italia U18, fresca di debutto internazionale, delinea i suoi prossimi passi con l’intento di puntare con decisione ad uno slot agli M18 EHF EURO dell’estate 2026. Avversarie ancora da conoscere, ma nel frattempo questa Nazionale ha acquisito le sue prime e importanti certezze: il coefficiente di talento è elevato. Lo dicono il quarto posto di Hammamet e la qualità del gioco espresso alla prima uscita oltreconfine di una selezione il cui percorso è appena iniziato.
«Ci sono delle note senz’altro positive – spiega Fabrizio Ghedin, tecnico della Nazionale scesa in campo in Tunisia e coordinatore dell’attività di selezione e cura del talento – che vanno al di là del risultato e del quarto posto. La squadra ha dimostrato di avere talento e qualità. Di questo va dato prima di tutto merito ai club che hanno preparato questi ragazzi. Noi come staff abbiamo lavorato per dare loro dei principi di gioco comuni più semplici possibili, ma è ovvio che la bontà del materiale con cui abbiamo lavorato deriva dal talento coltivato nei club e individuato tramite il grande lavoro di selezione svolto sul territorio da settembre a oggi. L’attività svolta nelle aree ci ha permesso di metterli insieme più facilmente, avendo già lavorato su principi di gioco comuni».
«Quello delle aree è un primo e rilevante aspetto. Poi, ripeto, è un gruppo con molte potenzialità – dice ancora Ghedin – che probabilmente può essere ancora migliorato attraverso un ulteriore percorso di selezione lungo la penisola. Credo ci siano molti giocatori talentuosi: tanti erano con noi in Tunisia, altri no e potranno fare parte della Nazionale futura. Ad ogni modo il risultato raggiunto ci ha dato delle indicazioni molto positive: abbiamo raggiunto la semifinale, persa di misura contro la squadra che ha poi vinto il torneo; un nostro atleta, il capitano Samuel Zanetti, è stato inserito nell’All Star Team come migliore centrale della competizione e altri, come Matteo Agostinelli, Alex Belardinelli o Matteo Agrillo, si sono distinti per avere disputato un eccellente torneo. Ma in generale ritengo ci siano le condizioni per immaginare una generazione di atleti che possa, continuando a lavorare con costanza, dare una mano alla Nazionale futura».
Le qualificazioni agli M18 EHF EURO si disputeranno ad ottobre, con sede, format e avversarie ancora da definire. «Diciamo che ci siamo giocati l’effetto-sorpresa. Le squadre che affronteremo sapranno che l’Italia è una buona squadra, ma per noi il risultato di Hammamet è un punto di partenza per continuare a costruire automatismi, per aumentare il numero di rotazioni partendo da un impianto di gioco condiviso, solido e nel quale più giocatori possono inserirsi con maggiore facilità. Questo dovrà essere il lavoro sia per lo staff tecnico che accompagnerà questa Nazionale alle qualificazioni europee, sia per il biennio futuro (2010/11) sul quale l’attività di selezione è già partita».
«È evidente che l’estate di questa Nazionale – spiega Fabrizio Ghedin – dovrà essere caratterizzata da grande lavoro, sfruttando i mesi dopo la chiusura delle scuole e anche predisponendo un lavoro di tipo fisico attraverso programmi forniti dagli staff delle Nazionali. Il lavoro, con più allenamenti possibili e più amichevoli possibili, è come sempre l’unica strada per fare crescere questi ragazzi. Il confronto internazionale, come avvenuto ai Campionati Mediterranei, è uno snodo cruciale per lasciarsi alle spalle un’emozione che innegabilmente si è fatta sentire nelle prime gare ad Hammamet, per abituarsi, per acquisire stimoli continui».
Nel frattempo occhi anche sugli atleti del biennio successivo. «Il focus è su questa squadra che affronterà le qualificazioni, certo, ma anche sui nati tra 2010 e 2011 siamo al lavoro. In questo caso il programma prevede dei primi confronti tra rappresentative per arrivare a settembre con una prima idea di selezione nazionale. A mio avviso parliamo di un gruppo con altrettanto potenziale, se non anche maggiore, di quello che abbiamo visto in campo in Tunisia. Peraltro il fatto che siano ragazzi giovanissimi ci permette di riunirli con tempistiche in linea con quelle delle altre nazioni. In questo senso, proseguire nella direzione intrapresa, in collaborazione con i tecnici d’area e con i loro Comitati e Delegazioni Regionali di riferimento, è un passaggio-chiave per confrontarsi con costanza seguendo un indirizzo tecnico comune».
Sui giovani della pallamano azzurra c’è l’occhio vigile di Bob Hanning: il Direttore Tecnico delle Nazionali maschili ha fatto visita ai ragazzi del Campus Italia a Chieti e ha seguito con attenzione i Campionati Mediterranei U18. «È chiaro che le Nazionali giovanili devono rifarsi alla senior. E proprio basandoci sulle indicazioni provenienti dalla Nazionale maggiore – conclude il coordinatore Fabrizio Ghedin – abbiamo svolto una selezione con profili di atleti ben definiti, in grado di adattarsi a un preciso stile di gioco. Siamo in contatto costante con il DT Bob Hanning, lo siamo stati durante il torneo di Hammamet e continuiamo a lavorare in connessione e in piena sinergia».
(foto: FTHB)