Prünster e Luchin coppia a cinque stelle del Brixen Südtirol: "Tra di noi grande collaborazione. Serie A1? Pronte a giocarcela con tutte"

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“Il nostro allenatore ci tiene tantissimo a dare personalità alla squadra, a partire dalla difesa”. Come biasimarlo, Hubi Nössing. L’allenatore del Brixen Südtirol, volto storico della pallamano italiana e altoatesina, sa bene cos’ha dalla sua parte: Monika Prünster e Francesca Luchin. Titolari, prese singolarmente, in una qualunque delle squadre di Serie A1 e coppia a cinque stelle di un Bressanone partito con due vittorie comode su Padova e Venplast Dossobuono. Gol subiti: appena 45 in 120’.

“Devo dire che il calendario ci ha aiutate”, confessa Francesca Luchin. Classe 1991, originaria di Mezzocorona, per l’estremo difensore della Nazionale è iniziato il secondo anno in Alto Adige. “Abbiamo iniziato con Padova e Dossobuono, una molto rinnovata e l’altra neo-promossa. Però siamo state brave a rimanere sempre concentrate e soprattutto in difesa credo che le cose siano andate bene”. Sabato scorso Francesca ha salutato quella Dossobuono che l’aveva accolta nel 2016 dopo l’esperienza a Futura: “È stato emozionante. Lì ho trascorso tre anni molto belli. Ho ritrovato tanta gente che conoscevo, un pubblico sempre caloroso. È stato bello. Sono una squadra molto giovane, con grandi margini di miglioramento e credo che con Elena Barani in panchina siano in ottime mani”.

Una come Francesca Luchin basterebbe nella porta di tante, probabilmente tutte le squadre di Serie A1. Non a Brixen, dove la coppia è completata nientemeno che da quella Monika Prünster che, più di ogni altra nel suo ruolo, ha caratterizzato la scena italiana dell’ultimo decennio. Lo dicono i numeri della sua carriera: sei Scudetti (con Salerno e Brixen ndr), quattro edizioni della Coppa Italia, quattro della Supercoppa. Oggi, a 39 anni, Moni è ancora protagonista: “Rispetto allo scorso anno, in cui avevo iniziato la stagione solo per aiutare la squadra in attesa del rientro di Melanie (Pernthaler ndr), le cose sono un po’ cambiate. La società – racconta – mi ha chiesto in estate di proseguire per un altro anno e non sono riuscita a dire di no. E alla fine sono sempre in palestra perché sono fatta così: sempre al 100%, anche se a volte è faticoso visto che nel frattempo qui a Brixen sto lavorando e le giornate sono lunghe. Però in fin dei conti, una volta presa la borsa e arrivata in palestra, tutto va per il meglio e mi diverto sempre tanto. Devo dire che anche il fatto di non essere sola, di avere vicino un portiere della qualità di Francesca, mi toglie pressione ed è di grande aiuto”.

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Il Brixen Südtirol si è presentato al via della nuova stagione dopo il terzo posto dell’anno passato e la finale di Coppa Italia persa contro l’AC Life Style Erice. Nei mesi estivi, poi, due avvicendamenti legati al mercato: via Ana Saranovic ed Esma Muratovic, sostituite dalla tunisina Sondes Hachana e dall’azzurra Bevelyn Eghianruwa. “Sono arrivate due giocatrici di ottimo valore”, conferma Prünster. “Bevelyn era cercata da tante altre squadre ed è bello che abbia decisio di venire da noi. È giovane, ha grande potenziale e potrà darci una mano importante. Penso lo stesso di Sondes: questo primo mese ci ha detto che è una giocatrice ideale per il nostro sistema di gioco. Credo che in generale Bressanone sia pronta per dare filo da torcere a chiunque”. Anche Luchin non ha dubbi sullo spirito che contraddistingue il roster altoatesino: “Hubi (Nössing ndr) ci tiene tantissimo a dare una forte personalità alla squadra, a partire dalla difesa. Abbiamo Giada e Sarah (Babbo e Hilber ndr), a mio parere le ali contropiediste migliori d’Italia, e l’impronta generale, con un largo coinvolgimento anche delle atlete di casa, fa sì che ci sia sempre grande impegno, dedizione e voglia di lottare per obiettivi importanti”.

Troppo presto comunque per delineare obiettivi, valori, gerarchie. Tutto si limita ai pronostici. “Io vedo ancora Salerno ed Erice favorite – dice Monika Prünster – perché sono le finaliste dello scorso anno. Salerno in particolare ha dimostrato di essere ancora la squadra più forte, quella da battere. Brixen? Noi siamo lì. Non siamo le favorite, ma ce la giocheremo. Vedremo cosa accadrà durante la stagione”.

In Alto Adige sanno per certo di avere le spalle coperte. Merito di una coppia di portieri extra-lusso. “I cambi, chi inizia, chi subentra, viene sempre deciso da Hubi”, spiega Luchin. “Dipende dalla partita, da ciò che l’avversario richiede. Io e Monika siamo portieri capaci, certo, ma con caratteristiche molto diverse che possono essere adattate e sfruttate in base alla gara”. Senza alcuna rivalità. “Siamo due giocatrici competitive, ma è giusto che sia così. Ci sosteniamo sempre a vicenda, ci diamo una mano. Abbiamo un rapporto fatto di tanto dialogo. Del resto ci conosciamo da anni, qui a Brixen viviamo insieme”, racconta l’estremo difensore originaria di Mezzocorona. “Ci divertiamo – aggiunge Prünster – e del resto io con Francesca mi sono sempre trovata benissimo, da Futura alla Nazionale e ovviamente anche qui. Il nostro è un rapporto molto bello. Non c’è rivalità. La stimo tanto come portiere e come persona”.

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Francesca Luchin ha appena iniziato la sua seconda stagione a Brixen: “Qui sto molto bene. Sono vicina a casa, ma nel contempo mi sono ambientata al meglio. Ho iniziato un’attività professionale, alleno le giovanili (U13) del Brixen. E poi qui giocare a pallamano è una cosa speciale. C’è gioia e grande passione attorno a questo sport. Sto veramente bene”.

E Monika Prünster? Lei parla di «ultimo anno». Chissà. “Penso di sì, penso che lo sarà. Vorrei riavvicinarmi a Schenna, alla mia famiglia, perché, anche se le distanze sono relative, riesco a tornare veramente poco durante la stagione. Per ora mi godo questa stagione. La mia carriera mi ha dato l’opportunità di vincere tanto, ci sono riuscita anche con Brixen e ci tenevo molto. Se dovessi riuscirci ancora sarei felice, ma ovviamente senza pressioni. Ma, sì, credo che sarà la mia ultima stagione”. Mai dire mai. Domani (mercoledì) c’è il campionato contro la Lions Sassari, poi la European Cup. Il futuro rimane da scrivere.

(foto: Niederwieser / Gandolfi)