Per 1666 volte ha violato la porta avversaria. Sempre con la stessa maglia biancorossa addosso, in 312 partite e accompagnando il Bolzano a tutti i 14 titoli conquistati tra il 2012 e il 2020. Dean Turkovic è salito nelle ultime settimane in vetta alla classifica marcatori della Serie A Beretta con 139 reti e solo nell’ultima sfida giocata, il derby pareggiato contro l’Alperia Merano, ha scritto il suo nome sul tabellino per otto volte. “Quest’anno abbiamo iniziato un lavoro nuovo con Mario (Sporcic ndr) nelle vesti di allenatore-giocatore, ma sapevamo dall’inizio che l’organico sarebbe stato numericamente più ridotto rispetto agli anni scorsi, per cui era scontato che avrei dovuto prendermi qualche tiro in più”, spiega. “Mi sento bene e non ho problemi a spingere a livello personale di più di quanto accadeva nelle stagioni scorse dove, avendo più rotazioni, gli allenatori potevano gestirmi in maniera un po’ diversa”.
Tante partenze (Arcieri, Gaeta, Innerebner, Halilkovic, Volarevic, Mathà, Dvorsek in panchina) hanno in qualche modo obbligato la dirigenza altoatesina a ricostruire il roster. Sono arrivati Hermones, Marino, Greganic, Venturi, a stagione in corso anche Skatar. Tanti cambiamenti. “Sicuramente siamo meno forti rispetto agli anni passati – prosegue Turkovic – e poi il campionato è stato veramente equilibrato. Ma noi siamo soddisfatti della stagione che stiamo disputando. Con Mario ci siamo trovati benissimo e l’aspettativa all’interno dello spogliatoio era proprio quella di giocare per le prime posizioni della classifica. Questo è un anno strano, con tanti rinvii che hanno influito sulla continuità di tutte le squadre, ma in generale, anche in considerazione di quanto abbiamo cambiato in estate, siamo contenti”.
Certo, ripensando al Bolzano schiacciasassi dell’ultimo decennio (5 Scudetti, 5 volte la Coppa Italia e 4 la Supercoppa) è inevitabile che ogni punto perso faccia notizia. “È una Serie A Beretta lunga. Qualche punto non preventivato lo abbiamo lasciato per strada, come i pareggi in casa con Molteno o Siracusa, ma d’altro canto siamo riusciti ad ottenere risultati utili su campi difficili come Sassari o Bressanone. Continuiamo a lottare per il secondo posto, dove siamo pienamente in corsa e, ripeto, per i tanti cambiamenti apportati alla rosa questo deve renderci felici. Per quanto riguarda il primo posto – continua – vedo Conversano in fuga e destinata a vincere. Meritano la loro posizione attuale perché sono stati fino ad ora la squadra più costante in un campionato in cui limitare gli alti e bassi era la cosa più importante e loro ci sono riusciti”.
Il Bolzano di domani non può prescindere dal suo miglior giocatore. “Ma stanno crescendo giovani interessanti, cosa che non era mai accaduta negli anni scorsi in cui avevamo rose composte esclusivamente da giocatori provenienti da fuori”, spiega ancora Turkovic. “Non so come sarà il Bolzano di domani. Certamente ci sarà qualche novità, qualche rinforzo per migliorare soprattutto in difesa, ma ora pensiamo a finire in crescendo questa stagione e nel frattempo la società lavorerà certamente al meglio”.
Sullo sfondo c’è la maglia azzurra. Nativo di Pola, in Croazia, Dean ha sposato la causa della Nazionale italiana nel 2012. E ora l’Italia è in piena corsa per la qualificazione agli EHF EURO 2022. “In Bielorussia i ragazzi e mister Trillini hanno gestito molto bene la partita. Alla fine è venuta fuori l’esperienza dei nostri avversari e la forza dei grandi giocatori che avevano in squadra, ma si è vista una bellissima Italia”, commenta il centrale azzurro, assente nella sfida persa 37-32 a Minsk. Il 29 aprile a Chieti la Nazionale si giocherà il passaggio del turno nel ritorno proprio contro la Bielorussia: “Daremo il massimo e su questo non ci sono dubbi. Dovremo anche tenere conto di come le nostre avversarie, Bielorussia e Norvegia, affronteranno queste partite. Con quali motivazioni e con quali giocatori. Noi scenderemo in campo per vincere, non c’è dubbio. Io? Se starò bene fisicamente come adesso, sarò sempre a disposizione del mister e dei compagni”.
(foto: Isabella Gandolfi)