Da dove arriva lei, su quello che tutti chiamano il balcone delle Marche, giocare a pallamano almeno una volta è una faccenda naturale, quasi scontata. Cristina Lenardon viene da Cingoli, paese con poco meno di 10mila abitanti che a questo sport, soprattutto al femminile, è molto legato.
Ala sinistra e avvocato, Cristina è tanto campo – con 72 gol fino ad ora in Serie A Beretta –, ma non solo. Fuori dal rettangolo di gioco, infatti, dall’inizio del nuovo quadriennio presiede la Commissione Federale Atleti, l’organismo federale deputato a rappresentare giocatrici e giocatori del movimento. “Stiamo lavorando a 360° - racconta – proseguendo l’attività avviata già negli anni precedenti, grazie soprattutto all’impulso dei consiglieri federali Pina Napoletano e Marcello Visconti. In questa fase l’obiettivo primario è di incrementare e sviluppare il deposito del contratto, la prima forma di tutela per gli atleti nel contesto della nostra pallamano. Nel frattempo sta procedendo il lavoro per arrivare alla creazione di un’associazione di giocatori e giocatrici che dia sempre maggiore rilevanza alla figura dell’atleta”. Un percorso che procede in maniera paritaria per donne e uomini: “E non potrebbe essere diverso. Su tutti i fronti, dai club alle squadre nazionali, alla loro gestione, alla loro preparazione, fino agli strumenti a disposizione di atlete e atleti. Tutto dev’essere paritario, ma credo che in questo la Federazione stia già lavorando bene e con grande attenzione”.
Rappresentare il mondo dei giocatori italiani significa interfacciarsi con realtà diverse, esigenze disparate, mondi in evoluzione. “Volendo fare un’analisi dell’universo femminile, noto sempre più come le donne abbiano l’intenzione di dedicare una parte fondamentale della loro vita alla pallamano, investendo sulla loro carriera di atlete o allenatrici. Questo tipo di percorso forse negli anni precedenti era più frequente al maschile e ritengo che questo tipo di progresso sia fondamentale per avere un numero sempre maggiore di ragazze disposte a fare di questo sport e in generale della pratica sportiva un elemento centrale della loro crescita”.
Parità. È una parola che Cristina ripete a più riprese durante l’intervista “perché i sacrifici, l’impegno sul campo, la fatica sono uguali per tutti. E allora anche opportunità, spazi e strumenti devono esserlo”. Un processo, questo, che la FIGH ha intensificato con forza negli ultimi anni anche sul versante degli eventi, dal Supercoppa Day alle Finals di Coppa Italia, quest’anno con la doppia finale in diretta su Sky Sport. “Ritengo che questa sia la strada giusta”, spiega. “Non esiste una pallamano maschile o femminile: esiste la pallamano. Punto. Nell’ambito soprattutto di eventi di più giorni offrire allo spettatore una visione d’insieme del movimento lo ritengo corretto e, aggiungo, permette di esaltare in positivo le diversità tecniche, di mettere in luce caratteristiche fisiche e di ritmo differenti e al tempo stesso ugualmente spettacolari”.
Poi c’è il campo, c’è la Santarelli Cingoli, c’è la salvezza da inseguire. In due parole: c’è la pallamano. “È l’amore più grande della mia vita dopo quello per mio marito (ride ndr). Ed è il motivo per cui, anche adesso che ho prospettive di vita e lavorative diverse e nuove, dedico alla pallamano tanto tempo. È una passione davvero incondizionata”. E che sconfina oltre le linee del 40x20. “Sì, mi piacerebbe poter continuare a dare il mio contributo a lungo anche quando sceglierò di non giocare più. Probabilmente non con un percorso che passi direttamente dal campo, ma comunque cercando di mettere al servizio del movimento ciò che ho appreso e sto apprendendo nel mio percorso lavorativo e attraverso la mia esperienza professionale”.
Lei, che la maglia azzurra l’ha vestita tante volte, guarda anche alla Nazionale che tra 20 e 21 marzo si giocherà le chances di qualificazioni ai Mondiali contro Kosovo e Austria. “L’augurio – conclude Cristina Lenardon – è quello che la Nazionale possa essere, in questo periodo difficile, casa delle nostre ragazze, dove sentirsi come in famiglia. Impegno, determinazione, cuore e coraggio faranno il resto. Forze azzurre”. Sì, forza azzurre.
(foto: Doriano Picirchiani)