Due giorni fa, il 9 novembre, il mondo ha celebrato i trent’anni della caduta del Muro di Berlino. Quello stesso giorno del 1989, infatti, crollava una barriera lunga 106 chilometri che fino a quel giorno, per 28 anni dal 13 agosto del 1961, aveva diviso Est e Ovest della capitale tedesca.
In quello che è considerato uno degli eventi più importanti della storia del Ventesimo secolo, si inserisce, con un aneddoto storico, anche la Pallamano italiana. In quelle ore storiche del 9 novembre, infatti, a varcare il confine c’era l’Ortigia Siracusa, storica formazione siciliana vincitrice di tre Scudetti e che in quei giorni avrebbe dovuto disputare una gara di Coppa dei Campioni a Francoforte.
A suo modo storica è la fotografia scattata dalla squadra isolana con alle spalle il Checkpoint Charlie, posto di blocco che separava la Berlino statunitense da quella sovietica. Proprio l’Ortigia diveniva, di fatto, la prima squadra ogni epoca ad attraversare il Muro di Berlino verso est in quella notte tra il 9 e il 10 novembre del 1989.
Nella rosa di quell’Ortigia, alcuni dei più forti giocatori italiani di sempre: da Alessandro Fusina a Corrado Bronzo, passando per Enzo Augello e finendo a Franco Chionchio. Proprio il terzino di origini teramane – 202 presenze in maglia azzurra – ha raccontato dell’avvenimento ai microfoni del TGR Abruzzo di Rai3: “Ci siamo resi conto che stava accadendo qualcosa di storico e noi siamo stati la prima squadra al mondo a superare il Muro. Devo ammettere che a distanza di trent’anni c’è ancora grande emozione pensando alla portata di quell’evento”.
“La cosa che ci diede il senso della storia fu che il giorno dopo, quello della gara, ci aspettavamo il loro palazzetto gremito con 6mila persone: la Pallamano era molto popolare in Ddr e il Francoforte era una squadra abituata a vincere in Europa. Nonostante i biglietti venduti, ci ritrovammo a giocare in un impianto praticamente vuoto: erano tutti a Berlino Ovest”.