Eletto migliore in campo nella vittoria del 10 novembre contro la Serbia, Mikael Helmersson, 21enne terzino della Nazionale, ha appena chiuso una settimana memorabile. Alla straordinaria vittoria in azzurro ha fatto seguire, il 13 novembre scorso, un 29-28 al Lemgo che ha qualificato il suo Coburg, squadra di 2. Bundesliga, ai quarti di finale della Coppa di Germania.
Nelle ultime quattro partite giocate tra Nazionale e club, Helmersson è sempre stato il miglior realizzatore. In azzurro, in particolare, ha chiuso con 15 gol in due gare. Niente male per chi ha esordito con l’Italia meno di un anno fa.
Una grande partita in Spagna, poi la notte magica di Fasano: vittoria contro la Serbia e titolo di MVP. Che sensazioni avverti a una settimana da quella partita?
«Già contro la Spagna abbiamo disputato una gara stupenda, come forse nessuno si aspettava. Perdere in quel modo, con un solo gol di scarto, ci ha lasciato tristezza, ma anche grande voglia per affrontare la Serbia. A Fasano abbiamo giocato un’altra grande partita, soprattutto dimostrando grande carattere nei momenti di difficoltà. È una vittoria importantissima per noi».
Hai debuttato in Nazionale meno di un anno fa, a marzo contro il Belgio. A Fasano, per la prima volta, eri nel sette titolare. Te lo aspettavi?
«Onestamente no. Contro la Spagna era andata bene, ma ero entrato solamente per i tiri dai sette metri (sette gol ndr), per cui non pensavo di partire dall’inizio. Quando mister Riccardo Trillini me lo ha comunicato, però, ho subito pensato che dovevo farmi trovare pronto. Ci tenevo a ripagare la sua fiducia ed è andata bene. È una serata che ricorderò per molto tempo. In Nazionale si sta molto bene, si respira una bella atmosfera dentro e fuori dal campo. Ci sono tanti giovani e con i più esperti sai di doverti guadagnare il rispetto giorno dopo giorno, ma questo è normale nello sport. Credo di avere iniziato un buon percorso, cercando di dimostrare cosa posso dare partita dopo partita».
Da febbraio sei a Coburg, in 2. Bundesliga e siete reduci da un’autentica impresa: l’accesso ai quarti della Coppa di Germania, dopo avere battuto il Lemgo lo scorso 13 novembre, tre giorni dopo Italia-Serbia. Come a Fasano, anche lì sei stato il miglior marcatore. Una settimana magica…
«È vero, non la dimenticherò facilmente. Sapevo di non avere molto tempo per godermi la gioia della Nazionale perché dopo soli tre giorni avrei giocato in Coppa di Germania. Abbiamo disputato una partita fantastica. La Germania? Il livello è molto alto e non c’è mai un risultato scontato. Abbiamo fatto un po’ fatica nelle ultime partite (il Coburg è 10° in classifica ndr), ma da qui a dicembre vogliamo spingere sull’acceleratore e risalire la classifica. Personalmente sono felice di come stanno andando le cose. E poi anche qui guardano ai risultati della Nazionale, stanno capendo che possiamo giocarcela con tutti».
Il tuo DNA dice ‘pallamano’: mamma Elke conta 134 partite in Nazionale, tuo zio Michael ha accumulato 147 presenze e ha giocato i Mondiali 1997 e degli Europei del 1998; poi c’è tua cugina Anika. Ti hanno detto qualcosa dopo Italia-Serbia?
«Mi hanno chiamato e scritto tutti: erano molto fieri di me e si sono divertiti molto. È stata una serata che non dimenticherò e spero di viverne altre così con l’Italia».
(foto: Luigi Canu)