Parola di capitano: Pina Napoletano e Flavio Messina celebrano lo Scudetto di Salerno e Fasano | Entrambi: "Vittoria dal sapore speciale"

  • Gioia Scudetto
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Una vita spesa per la stessa maglia, per la stessa squadra, nella stessa città. Seppure diverse, le storie di Pina Napoletano e Flavio Messina si toccano, convergono: entrambi capitani, entrambi simboli dei loro club, la Jomi Salerno e la Sidea Group Fasano. Entrambi campioni d’Italia. Entrambi legati alle loro origini, al loro territorio, alla realtà di cui sono diventati icona, emblema e immagine che, in questi giorni di gioia e inebriamento, finisce dritta in copertina.

Le loro, quelle di Napoletano e Messina, sono storie legate a doppio filo con Salerno e Fasano: hanno vinto tanto e, soprattutto, hanno vinto tutto ciò che le realtà di cui sono capitani hanno conquistato in questi anni.

CAPITANO DA RECORD. Originaria della piccola Castel San Giorgio, nell’entroterra salernitano, ma legata in maniera indissolubile alla PDO sotto il profilo sportivo, Pina Napoletano è diventata martedì scorso, con il successo nella serie contro l’AC Life Style Erice (35-30), la giocatrice in attività più vincente della pallamano italiana. In numeri: nove volte campione d’Italia, per un totale di 22 trofei prendendo in considerazione anche Coppa Italia (6) e Supercoppa (7). 

“Lo Scudetto di quest’anno è stato un traguardo bellissimo perché arrivato in una stagione in cui nulla era dato per scontato”, confessa. “C’è stato un periodo in cui tutti hanno pensato che fossimo fuori dalla lotta per il titolo. E invece siamo riuscite a riemergere tra le tante difficoltà, ad accantonare la parentesi negativa della Coppa Italia e ad unirci. È stato un anno difficile tra infortuni, il cambio di allenatore, difficoltà personali. Credo però che nelle ultime settimane di campionato la squadra si sia compattata: è venuto fuori il valore del gruppo, ciò che a mio avviso ha realmente fatto la differenza nei play-off. In questo – dice ancora il capitano della Jomi – ringrazio la società che ha sempre creduto nel nostro potenziale, non ha mai smesso di sostenerci e ci ha sempre messo nelle condizioni di lavorare al meglio”. Per Pina è uno Scudetto arrivato in mesi non semplici, con il pensiero che va alla madre scomparsa nell’ottobre scorso: “Dedico a lei questo Scudetto”, dice ancora. 

Compattarsi, unirsi: sono due verbi che descrivono la serie della Jomi Salerno contro Erice. Sconfitta netta in gara-1, serie all’apparenza compromessa e poi, invece, tutto ribaltato tra seconda e terza partita. “In Sicilia avevamo giocato una partita bruttissima, molto al di sotto delle nostre capacità”, prosegue Napoletano. “Abbiamo visto e rivisto quella prestazione e ci è servito per capire che quelle non eravamo noi e che avevamo tutte le armi per battere Erice. La seconda partita è stata all’insegna della tensione, non posso negarlo, ma vincerla ha fatto scattare la molla per la conquista dello Scudetto. Vincere gara-2 ha cambiato i valori psicologici del confronto. È stata la chiave della serie”.

Una storia sportiva con la stessa maglia, quella della Jomi Salerno, e con la stessa fame di vittorie. “Mi riconosco nella frase: vincere è difficile, ma riconfermarsi lo è ancora di più. Tutti ogni anno si aspettano sempre il massimo da Salerno. Credo che la forza sia prima di tutto nell’imparare dalle sconfitte, nel saperle accettare con umiltà, riconoscendo i propri errori e ripartendo da lì per continuare a migliorarsi. L’esempio della Coppa Italia di quest’anno è calzante. La voglia di vincere, però, devi averla dentro. A livello personale, non voglio perdere mai: nemmeno in allenamento, nel gioco di riscaldamento. Questo è il clima che regna in questa squadra e in questa società. Questa voglia di competere è alla base di tutto”. 

Il palmares della Jomi Salerno e del capitano Pina Napoletano:

Scudetto: 9 (2010, 2011, 2013, 2014, 2017, 2018, 2019, 2021, 2023)
Coppa Italia: 6 (2009, 2012, 2013, 2014, 2019, 2020)
Supercoppa: 7 (2012, 2013, 2018, 2019, 2020, 2021, 2022)

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CUORE BIANCOAZZURRO. “Fasano è una famiglia”, aveva detto lo svedese Albin Jarlstam dopo la vittoria di gara-2 nella serie di finale contro Sassari. Una frase che i tifosi biancoazzurri hanno amato e che, più di tutto, ha descritto la simbiosi perfetta vissuta dalla Junior Fasano e da questa città della Puglia. Un idillio, quello tra squadra e tifosi, che ha un trait d'union speciale: il capitano Flavio Messina, che sabato, a 37 anni, ha sollevato al cielo la coppa del quarto Scudetto.

“È stata una delle vittorie più emozionanti perché è arrivata nella nostra città e sul nostro campo, anche se non ancora nel nuovo palasport”, racconta Messina. “Prima di tutto volevo dedicarlo alla Junior Fasano, da Angelo Dicarolo a Paolo Orlando, dal primo all’ultimo componente dello staff, dal primo all’ultimo dei giocatori. Per me è stata una vittoria diversa perché durante il campionato ho giocato meno e questo mi ha fatto percepire in misura ancora maggiore ciò che tutti i ragazzi, i miei compagni, hanno fatto per permettere anche a me di gioire”. 

Anche Fasano ha saputo ribaltare lo svantaggio nella serie. Sconfitta 34-32 in gara-1 a Sassari, la formazione allenata da Vito Fovio prima ha pareggiato i conti (32-26) e poi, in gara-3, ha completato l’opera (35-32). “La seconda partita della serie era diventata complicatissima alla vigilia. Anche a Sassari abbiamo trovato tanto pubblico e una bella atmosfera. È stata una partita giocata punto a punto, ci sta poi di perdere in casa di una squadra come loro. Ma devo anche dire che non ci siamo disuniti e non abbiamo mai perso la calma. In questi anni ho cercato di far comprendere a tanti ragazzi come Notarangelo, Angiolini o Pugliese, che magari non avevano vissuto o non erano stati protagonisti delle vittorie passate, le emozioni di quelle gioie. Credo che Davide (Notarangelo ndr) abbia visto almeno quattro o cinque volte le partite dei titoli conquistati da Fasano negli anni scorsi. Questo ha fatto capire loro cos’è la Junior e cosa valeva questa finale. Si sono dimostrati all’altezza”.

Iconica, poi, l’immagine della premiazione: Flavio Messina che alza la coppa al cielo all’unisono col pubblico della Palestra Zizzi. “È ciò che desideravo da tempo. Nel 2014 – racconta – questo pubblico mi e ci ha seguiti. Invitai la gente a venire a Bolzano e loro erano lì con noi. Negli anni dopo (2016 e 2018 ndr), quando abbiamo vinto eravamo in Puglia, ma mai nella nostra casa. Lo scorso anno, poi, non è finita come speravamo. Questo Scudetto dovevamo assolutamente portarlo a casa. Se lo meritavano tutti, noi e i nostri tifosi. È tornata gente al palasport che mancava da quel 2014. È tornata quella simbiosi che era nata nell’anno del primo Scudetto, quando era nato anche quel legame indissolubile tra me, la squadra e la città. Per questo motivo lo Scudetto di quest’anno è speciale ed emozionante”. 

Vincere e poi lasciare: di questo si era parlato per il futuro di Flavio Messina nelle settimane scorse. Ma forse, un po’ per l’arrivo del nuovo palasport e un po’ per la voglia di giocare, quel futuro non è ancora scritto. “Sto bene, mi piace giocare a pallamano. Anche durante la premiazione, il Sindaco (Francesco Zaccaria ndr) mi ha detto di proseguire per esserci con la nuova struttura. Sono valutazioni da fare con calma e insieme alla società”.

 

Il palmares della Junior Fasano e del capitano Flavio Messina:

Scudetto: 4 (2014, 2016, 2018, 2023)
Coppa Italia: 3 (2014, 2016, 2017)
Supercoppa: 1 (2016)

(foto: Marrazzo \ Dall'Olivo)