Per Iyamu e Prato un debutto da ricordare: "Ora pensiamo alla prima in casa"

  • Serie A1 femminile
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Se ci fosse una immagine da mettere nella copertina della giornata che ha aperto la Serie A1 femminile, la scelta sarebbe obbligata: il Tushe Prato che gioisce a Mezzocorona. In Trentino, sabato scorso, alla loro prima e storica apparizione nel massimo campionato le toscane hanno vinto 35-27. “Un debutto da sogno”, ha titolato il quotidiano Il Tirreno nel raccontare il sabato da ricordare della pallamano pratese. 

Se poi, sfogliata la pagina e superata la copertina, andasse trovato anche un nome da mettere nel titolo della prima giornata, la possibilità sarebbe, ancora una volta, unica: Charity Iyamu. Classe 2005, fan di Mikkel Hansen, il giovanissimo terzino della squadra allenata da Valentina Megli ha trascinato le sue compagne con 14 reti.

“L’ansia alla vigilia era tanta, non lo nascondo”, confessa Charity, che pure, sempre a suon di gol, era abituata a trainare la sua squadra tra giovanili e Serie A2. “Sapevamo che non sarebbe stato semplice. La prima partita in A1 non poteva che generare emozioni forti, un po’ di paura e del resto l’inizio è stato caratterizzato da qualche difficoltà. Devo dire che chi, come Virginia (Ucchino ndr), aveva già giocato questo campionato ad alti livelli ci ha aiutate molto portando esperienza e dispensando consigli. Siamo riuscite a tenere testa a Mezzocorona e alla fine la gioia è stata davvero immensa”.

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Tolte Ucchino ed Elena Felet, in casa Tushe il mercato non ha snaturato l’organico della promozione. Charity, insomma, rimane uno dei punti di forza del roster. “Desideravo l’A1 da quando ho iniziato a giocare a pallamano”, svela. Le sue prime esperienze a 10 anni con coach Cinzia Giaquinta: da lì l’attività giovanile, i primi titoli e l’approdo in A2. “Fino alla Serie A1. E ci siamo arrivate insieme, con un nucleo di giocatrici molto unito e questo mi rende davvero felice. La società ci ha dato l’opportunità di giocare un campionato così importante. I 14 gol? Non me lo aspettavo, però è andata bene e sono contenta di avere aiutato le mie compagne”.

Con il morale a mille e il vento in poppa, sabato Prato debutterà in casa e all’Estraforum – il Pala Kobilica – riceverà la visita della Cellini Padova. Dall’altra parte Iyamu troverà tante compagne di Nazionale, a partire da Bevelyn Eghianruwa. “Ritrovo tante amiche con cui ho trascorso l’estate. Sarà bello affrontarle. Loro sono una squadra giovane come la nostra, con elementi molto forti. Hanno già esperienza in A1 e vengono da una stagione disputata su livelli molto alti, a partire dalla Coppa Italia raggiunta a febbraio. Credo che la retrocessione sia stata un incidente di percorso. Noi però giochiamo in casa. Anzi, sarà la nostra prima partita casalinga in Serie A1. Sappiamo che ci sarà tanto pubblico a sostenerci e questo ci darà grande carica”. 

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A proposito di Nazionale: il cammino azzurro di Iyamu si è snodato tra i primi stage di visionatura con l’Italia senior e le esperienze con le giovanili. Fra tutte i Mondiali U20 chiusi con un bottino personale di 10 reti e tanti minuti accumulati. “La maglia azzurra è un sogno che si è realizzato. La prima convocazione è stata una sensazione incredibile. Ancora di più il primo raduno con la senior: ho potuto giocare con atlete più grandi, più esperte e questo mi ha aiutato nella mia crescita personale e sportiva. L’esperienza dei Mondiali a luglio, poi, è stata unica. Al di là del risultato finale, credo che l’atteggiamento di squadra sia stato positivo e anche a livello personale sono stata molto felice dalla considerazione ricevuta dallo staff tecnico e del mio impiego in campo”. 

A 17 anni, Charity Iyamu sogna un futuro nella pallamano. “Questo sport per me è tutto. Mi fa stare bene e so che, anche quando sono giù di morale o un po’ stanca, posso contare sulla pallamano. Trascorro praticamente ogni giorno in palestra e anche i valori che questo sport trasmette sono a mio avviso molto belli. Il mio sogno? Quando ero piccola - conclude - guardavo le partite delle grandi squadre francesi. Non so perché, ma sono i miei primi ricordi legati alla pallamano di alto livello e per questo mi piacerebbe, un giorno, fare un’esperienza lì”.

(foto: Fabrizia Petrini)