L'intervento sul campo: spiegazione, dimostrazione e correzione

images/2013/82392717_2778862302171701_762585251724656640_o.jpg

Nel post sulle esercitazioni, si è parlato del compito dell'allenatore durante una sessione di allenamento, riassumibile con 3 C:

CONDUCI
CONTROLLA
CORREGGI

La conduzione dell'allenamento comincia con la spiegazione dell'esercizio/esercitazione/gioco.

Questo momento, a sua volta, è composto da due momenti: all'inizio l'allenatore deve preoccuparsi che lo svolgimento dell'esercitazione sia chiaro. Ogni giocatore deve conoscere tempi e spazi, ruoli e posizioni. Il giocatore deve conoscere quando inizia e quando finisce una ripetizione, quando comincia la successiva, se ci sono dei cambi di posizione dopo una ripetizione o se le posizioni sono fisse, dove devono essere posizionate le palle per garantire continuità all'esercitazione. Questa può avvenire oralmente, con un disegno sulla lavagnetta tattica oppure eseguendo l'esercitazione camminando.

Solo quando l'allenatore si è assicurato che l'esercitazione è stata compresa, può spiegare le richieste tecnico-tattiche dell'esercizio. Questa spiegazione deve essere basata su azioni da compiere e l'obiettivo generale da realizzare: ciò significa che l'allenatore deve preferire una terminologia che preveda l'utilizzo dei verbi, cioè azioni che il giocatore deve realizzare, e solo dopo aggiungere un aggettivo, che migliora, magari specificando, la comprensione di quell'azione.

Un esempio: in una esercitazione di difesa chiediamo a un giocatore di essere "aggressivo" quando il terzino esegue una traiettoria verso il centro. Cosa significa aggressivo? L'interpretazione è soggettiva: c'è chi può intendere un'uscita profonda oltre i 9m, c'è chi può intendere un intervento diretto appena il terzino entra nei 9m.

L'allenatore deve invece spiegare la sua richiesta attraverso un verbo, continuando con l'esempio "esci sui 9m quando il terzino viene verso il centro e va a contatto". Spiegata l'azione, e compresa dal giocatore, può approfondire con l'aggettivo "aggressivo", intendendo che il contatto deve portare a un fallo e non a un controllo del giocatore con la palla.

L'esecuzione tecnica di una qualsiasi azione si compone di quattro elementi:

  • posizione
  • momento
  • velocità
  • direzione

Continuiamo con l'esempio del difensore in uscita per commettere fallo per comprenderli: il difensore deve intervenire sui 9m (posizione), quando il terzino esegue l'arresto (momento), prima che esegua un cambio di direzione o una finta (velocità), sul braccio di tiro (direzione).

Nella spiegazione (e quindi nell'esercitazione) l'allenatore può decidere di prestare attenzione a tutti i 4+1 elementi di un'azione oppure solo ad alcuni. Questo è fondamentale per avere una buona qualità nelle successive fasi di controllo e correzione.

La spiegazione orale a volte non basta e va abbinata alla dimostrazione.

La dimostrazione è un momento importante, soprattutto quando si affrontano temi non conosciuti dai giocatori, perché permette di comprendere nel dettaglio ciò che prima era stato solo descritto.

Deve dimostrare chi è in grado di farlo e non sempre l'allenatore lo è (per limiti tecnici o fisici). In questo caso è comodo servirsi dei video: "imitare il campione" è un buon modo per far comprendere i dettagli di un'azione ai propri giocatori.

 

Il controllo dell'allenamento è costante e avviene su due basi: di una, che riguarda il controllo dell'esercitazione, se n'è parlato nel già citato post sulla scelta delle esercitazioni. L'altra, di cui parliamo, è il controllo dell'apprendimento del giocatore.

Un buon controllo comincia con la giusta scelta, in fase di preparazione dell'allenamento, dei coaching points. Si intendono gli aspetti tecnico-tattici a cui scegliamo di prestare attenzione, quello che vogliamo allenare. La Pallamano è un gioco complesso e anche l'esercitazione più semplice ha diversi elementi al suo interno. L'allenatore non deve distrarsi e il focus deve restare su quelli che ha stabilito essere gli obiettivi dell'allenamento.

L'osservazione dell'allenamento passa da una buona posizione in campo dell'allenatore. Un allenatore che vuole insegnare si pone vicino all'azione, vicino ai giocatori coinvolti nell'esercitazione, ad esempio dietro la porta in una esercitazione di difesa; se invece vuole allenare si posiziona sulla linea laterale (come in partita).

posizione allenatore

Se consideriamo il diagramma qui in alto, in una esercitazione di 1v1 dal centro l'allenatore è posizionato sulla linea dei 6m di spalle alla porta. La sua posizione indica il focus dell'allenamento: la sua attenzione è rivolta all'esecuzione dell'1v1, non importa se il tiro successivo sia segnato o sbagliato.

 

Probabilmente l'allenatore si augura di non farlo, che vada tutto bene, ma la correzione è un momento fondamentale e che contiene diversi elementi al suo interno.

La prima correzione, come già accennato parlando della spiegazione, riguarda la comprensione dell'esercitazione. Solo dopo si può spiegare e quindi correggere dal punto di vista tecnico-tattico.

Innanzitutto, l'allenatore deve valutare se la correzione vale l'interruzione dell'esercitazione: questo dipende dal tipo di errore e dalla quantità di persone che lo stanno commettendo. Una correzione individuale o dei giocatori di una determinata posizione probabilmente non vale l'interruzione. L'allenatore può avvicinarsi e spiegare ciò che sta succedendo e ciò che invece dovrebbe succedere.

Le neuroscienze ci insegnano che l'apprendimento è emozionale e che è rallentato dallo stress e dalla tensione, l'allenatore, quindi, deve valutare vari aspetti:

  • ogni giocatore è diverso e reagisce in maniera diversa a ciò che gli viene detto, ad esempio se si utilizza un tono sarcastico;
  • la correzione deve contenere un'azione da eseguire, non può essere espressa in forma negativa (dire a un giocatore "non puoi tirare alto un metro sulla traversa" oppure "non uscire" non dà nessuna informazione al giocatore su cosa fare o come migliorare la sua azione);
  • il linguaggio del corpo fa parte della correzione e migliora la comunicazione;
  • anche se ci sono più errori, è meglio correggerne solo uno, il più importante, ricordando quali sono i coaching points.

A volte, la correzione può essere realizzata coinvolgendo il giocatore attraverso l'uso di domande che gli permettono di ricordare, comprendere e/o valutare ciò che ha fatto e da lì trovare i miglioramenti da realizzare.