Data simbolica ma nel contempo entusiasmante: -100 giorni agli EHF EURO 2026. O meglio: al debutto italiano. Se infatti lo start della competizione è atteso per il 15 gennaio, è il giorno successivo, venerdì, che la Nazionale azzurra guidata da Bob Hanning farà in Svezia, alla Kristianstad Arena, il suo debutto nel Gruppo F contro l’Islanda. Due giorni dopo l’Ungheria, poi la Polonia in un girone che, al pari degli altri cinque della fase preliminare, metterà in palio due lasciapassare per il Main Round.
L’occasione simbolica data dal conto alla rovescia è ideale per parlare con il capitano della Nazionale, Andrea Parisini, dell’attesa e delle sensazioni azzurre in vista di un ritorno agli Europei a 28 anni dall’ultima – e unica – partecipazione italiana risalente al 1998. Pari è stato l’ospite della prima finestra stagionale con L’Extra Player, il podcast della FIGH dedicato alle Nazionali, disponibile su YouTube e su Spotify.
FIGH: Capitano, 100 giorni agli Europei…
PARISINI: «Onestamente non avevo calcolato i giorni, però sapere che mancano 100 giorni a questo nuovo e grande appuntamento inizia già a dare qualche brivido. Sembrano pochi, ma in realtà per uno sportivo ci sono tantissime cose che passano in mezzo, però devo dire che il pensiero è fisso a gennaio».
F: Questi EHF EURO 2026 arrivano in sequenza rispetto al ritorno ai Campionati Mondiali. Le sensazioni di esserci, di avere ottenuto una qualificazione storica, sono le stesse rispetto al maggio del 2024 o c’è una consapevolezza diversa?
P: «Sappiamo che le squadre migliori del mondo sono in Europa, quindi, senza volere creare paragoni tra le due competizioni, ciò che ci attende a gennaio è qualcosa di speciale, con un fascino particolare proprio perché dal nostro continente arrivano le realtà più forti del nostro sport. Al tempo stesso devo dire che la qualificazione è arrivata in un modo un po’ diverso, perdendo in Serbia a differenza dei Mondiali dove invece venivano da due vittorie contro il Montenegro. Però sapere di potere giocare gli Europei, anche solo pensando all’Italia di qualche anno fa, è qualcosa di incredibile. È la prima e storica qualificazione della nostra Nazionale (nel 1998 l’Italia era nazione ospitante ndr) e questo rende l’evento ancora più speciale».
F: Le due partite contro Spagna e Serbia che hanno chiuso il girone sono un punto da cui ripartire per non accontentarsi della qualificazione e per ambire a risultati sempre più importanti?
P: «Esatto, non dobbiamo accontentarci. L’Italia non sarà la squadra più forte al mondo, è lontana dall’esserlo, ma ha dei giocatori di spessore. Siamo competitivi e non dobbiamo avere timore nel dirlo a noi stessi. Il percorso che abbiamo compiuto ci ha portati a giocarcela alla pari contro la Spagna bronzo olimpico, a battere la Serbia in casa e poi anche in trasferta, a casa loro, è servito un grande Cupara in porta per fermarci e per cambiare la partita. Quindi siamo contenti da un lato per la qualificazione, certo, ma al tempo stesso quella consapevolezza rispetto alla nostra forza deve imporci di rimboccarci le maniche e continuare a lavorare per fare di più, consapevoli che nessuno agli Europei ci sottovaluterà».
F: Il Gruppo F dice Islanda, Ungheria e Polonia…
P: «Un bel girone (ride ndr). L’Islanda ha giocatori che vediamo ogni settimana a Magdeburg o Szeged, stabili in Champions League. Idem l’Ungheria. Contro la Polonia sarà una rivincita delle qualificazioni a EURO 2024. Sappiamo che per passare il turno serviranno due vittorie e quindi già dalla prima partita dovremo farci trovare pronti. Sarà difficile, lo sappiamo, ma la migliore Italia secondo me può mettere in difficoltà tante avversarie in questo momento».
Il conto alla rovescia prosegue e l’Italia scalpita.

L’EXTRA PLAYER | La voce della pallamano, il podcast della FIGH, è disponibile su YouTube e su Spotify.
(foto: Luigi Canu)